DOLORE AL GOMITO: EPICONDILITE, EPITROCLEITE
EPICONDILITE
Si tratta di un dolore situato nella regione laterale del gomito (a livello dell'epicondilo) la quale è sede di inserzione dei muscoli estensori del carpo. In tale zona, in seguito a stress e sovraccarico eccessivo, può verificarsi un'infiammazione associata a degenerazione tendina (tendinopatia) chiamata epicondilite (o gomito del tennista). Tale infiammazione comporta dolore al semplice contatto con la zona, nell'effettuare una presa o anche nell'estendere il polso.
EPITROCLEITE
È un dolore nella regione mediale del gomito (a livello della cosiddetta epitroclea) sede di inserzione dei muscoli flessori del carpo. Sempre con eccessivo stress e sovraccarico può verificarsi un'infiammazione associata a degenerazione tendinea (tendinopatia) chiamata epitrocleite (o gomito del golfista) che comporta dolore al contatto con la zona, dolore nel flettere il polso e nell'effettuare una presa.
Sono problematiche molto frequenti, non solo in ambito sportivo, ma anche nella vita lavorativa di molte persone che svolgono lavori manuali.
In generale sono problematiche che possono essere incentivate da prese e sollevamenti di carichi presanti, sia in supinazione che in pronazione a seconda del soggetto e della manifestazione della problematica.
Quali sono le fonti di dolore possibili in questa zona?
Si da per scontato che il dolore sia dovuto all'epicondilite o all'epitrocleite, tuttavia è bene sapere (anche per i professionisti del settore fitness) che dolori in queste zone, o dolori in zone limitrofe che possono far presupporre a un epicondilite o un epitrocleite, non sono necessariamente dovute solo o esclusivamente ad un'infiammazione dei tendini degli estensori o dei flessori. Esistono infatti altre fonti che secondo la letteratura possono riferire dolore a livello dell'epicondilo o dell'epitroclea, ovvero la cervicale o la toracica alta, quindi due segmenti del rachide che per questioni di trasmissione deL dolore, di irradiazione del dolore possono riferire dolore in questa zona.
Altre problematiche possono nascere anche questioni di tipo neurodinamico, infatti, sappiamo che nelle zone limitrofe all'epicondilo e all'epitroclea passano due nervi importanti rispettivamente il nervo radiale e il nervo ulnare. Problematiche a questi due nervi come un'infiammazione nata anche a monte a livello cervicale, potrebbe alla lunga comportare un dolore in zona dell'epicondilo per il radiale e in zona dell'epitroclea per l'ulnare, fastidi che sembrano epicondilite o epitrocleite, ma che in realtà non lo sono. Quindi attenzione, molti epicondiliti ed epitrocleiti possono proseguire per lungo tempo perché magari non sono state trattate nel modo giusto.
Il coach che ha a che fare con soggetti con queste problematiche deve sapere e avere la certezza del caso in questione e la certezza la si può avere se si rimanda il cliente ad una collaborazione con figure mediche e fisioterapiche.
Serve necessariamente una valutazione per capire se il problema del dolore al gomito è effettivamente dato da un'infiammazione dei tendini, oppure non dovuto proprio ai tendini, ma dovuto ad alcuni nervi come detto precedentemente.
Il problema potrebbe anche essere dovuto a questioni di natura articolare, in particolare a livello della testa del radio la quale, se non effettua movimenti corretti di scivolamento intorno all'omero, potrebbe risentirne e favorire dolori proprio nella zona dell'epicondilo per colpa di questa rigidità articolare. Sapere queste cose è utile perché spesso si dà per scontato che sia un'epitrocleite o un'epicondilite, ma molte volte non lo è. Una valutazione accurata da parte di un professionista permette di andare a lavorare in maniera specifica sulle cause del problema.
Quale può essere un approccio effettivo a cause di epicondiliti ed epitrocleiti?
Le cause che possono essere di natura intrinseca, ovvero la degenerazione dei tendini degli estensori e dei flessori avviene in risposta a carichi mal dosati, volumi eccessivi protratti nel tempo in soggetti predisposti che avevano già avuto problemi o in soggetti che hanno già una degenerazione tendinea in atto per i quali è necessario un dosaggio corretto dei parametri allenanti con una programmazione adeguata per evitare di incorrere in queste problematiche.
Ricordiamo che anche i tendini hanno bisogno di recupero, sono strutture queste che impiegano anche più tempo rispetto all'apparto muscolare ad adattarsi e a recuperare.
Un altra indicazione può essere quella di alternare in allenamento le tipologie di prese (ad esempio nelle trazioni, nella lat...). Per un'accoppiata intelligente di movimenti di flesso-estensione del gomito e di pronazione e supinazione dell'avambraccio, può essere utile prevedere durante l'estensione del gomito la pronazione e durante la flessione la supinazione. Questa accoppiata di movimenti può abbassare gli stress a livello dell'epicondilo e dell'epitroclea. La maniglia ci viene in aiuto svincolando l'avambraccio e permettendogli prono-supinazioni utili a ridurre lo stress a livello articolare.
Per soggetti già sintomatici meglio fermarsi?
Nella fase acuta si, ovvero quando il gomito è molto dolente e l'infiammazione è nella fase iniziale. Nella fase sub-acuta e oltre il soggetto si può allenare e il movimento stesso è migliore rispetto all'immobilità, ma si deve allenare nella maniera corretta.
Alcuni accorgimenti potrebbero essere in primis limitare ovviamente gli angoli di lavoro dolorosi, ad esempio se il soggetto ha male nel movimento di pronazione e flessione di gomito evitiamo un curl a presa inversa, se ha male in supinazione e flessione evitiamo un curl con presa supina. Importante limitare i movimenti dolorosi, il soggetto si allena, ma senza evocare il dolore.
In secondo luogo l'utilizzo di cavigliere ai polsi da collegare ai cavi o delle fasce (straps) da sollevamento potrebbero essere molto utili durante esercizi di tirata per diminuire l'impatto dei muscoli della presa e favorire i muscoli estensori dell'omero (quindi affaticamento minore a livello di presa che potrebbe richiamare dolore).
Un accorgimento motorio utile è quello di dare l'input di movimento dai gomiti durante i movimenti di tirata, ciò aiuta a diminuire l'intervento dei flessori e dei muscoli della presa del carpo e diminuire così gli stress a livello di epicondilo ed epitroclea.
Il tutore, serve o non serve?
Il tutore ha delle evidenze contrastanti, il consiglio è quello di basarsi sui propri feedback, se il tutore diminuisce effettivamente il dolore e ha dei riscontri pratici da parte della persona allora utilizziamolo.
Il tutore non fa alto che, posizionato subito sotto epicondilo ed epitroclea, modificare il punto fisso che non è più l'inserzione anatomica ma diventa maggiormente il tutore stesso, cambiando così il punto fisso diminuiscono le vibrazioni e le forze potenzialmente stressanti a livello delle due strutture (epicondilo ed epitroclea).